top of page

Teatroterapia: la finzione come strumento di realtà

Che cos’è la Teatroterapia? Ma soprattutto, come può un’arte che riproduce la finzione diventare strumento per sperimentare la realtà?



Prima di entrare nel mondo della Teatroterapia, risulta doveroso fare un enorme salto temporale, alla nascita di quello che rappresenta l’idea di Teatro che intendiamo oggi. è necessario perché ci permette di riflettere e di dare una prima risposta alla domanda “Come può la finzione diventare esperienza di realtà?”. Chiudiamo gli occhi e proviamo ad immaginare quanto segue.


Ci troviamo in Grecia, secondo quanto scrive Aristotele nella sua Poetica, ilteatro nasce nel quinto secolo a.c. e viene definito con il termine Tragedia.

La principale caratteristica del teatro greco è l’utilizzo della maschera, strumento che permette all’attore di rappresentare più ruoli all’interno della stessa tragedia. La sua funzione assume anche un concetto di rituale che consente di diventare altro da sé (animale, dio, mostro ecc.) (Roberto Alonge, Franco Perrelli, 2019) (1). Questo ci da modo di capire come il teatro venisse visto come un mezzo per sperimentare qualcosa che non fa parte della quotidianità e delle situazioni a cui si fa fronte nella vita di tutti giorni.


Ora apriamo di nuovo gli occhi, ci troviamo nel presente, tenendo conto di quanto appena detto, proviamo a fare luce sulla tecnica della Teatroterapia.

Si spazia nel panorama delle Artiterapie e si compone di esercizi specifici selezionati dal contesto del Teatro Sociale, ponendo come obiettivo il miglioramento della gestione emozionale del paziente per permettere un adeguato e funzionale reinserimento all’interno della società.

Fondamentale risulta la componente Ecologica di questa tecnica, poiché, in questo modo, i pazienti hanno la possibilità di riprodurre situazioni di vita quotidiana in un contesto protetto, prendendo sempre più confidenza con gli strumenti che permettono all’essere umano di interagire in maniera adeguata con il mondo esterno.

Come scrive Alessandra Rossi Ghiglione “Fare Teatro Sociale e di Comunità vuol dire lavorare attraverso una modalità progettuale specifica, avendo delle competenze plurime sia di tipo espressivo-artistico che di tipo psicosociale […] è necessaria un’elevata qualità professionale individuale coniugata con una struttura di lavoro di equipe, che consente la differenziazione dei ruoli nella comune cultura di Teatro Sociale.” (2011) (2).

Gli obiettivi del percorso di Teatroterapia sono:

Riconoscimento e Gestione delle Emozioni.

Gestione delle Dinamiche Relazionali.

Aumento dell’autostima.

Potenziamento delle Abilita’ Comunicative.

Empowerment.

Fiducia

Consapevolezza del corpo e gestione degli spazi


In conclusione, il concetto di finzione diventa così strumento che permette di sperimentare le sensazioni, le emozioni, i gesti e i pensieri che caratterizzano la realtà ed il contesto che riguarda la nostra quotidianità.

Edit in 2020

Dott. Emanuele Pallotti

Per

PRoMIND-Servizi per la Salute Mentale Srls


BIBLIOGRAFIA:


1)Storia del teatro e dello spettacolo, Roberto Alonge, Franco Perrelli, Terza edizione, giugno 2019.


2)Fare Teatro Sociale, Alessandra Rossi Ghiglione, Alberto Pagliarino, Seconda edizione, 2011.


22 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
Post: Blog2_Post
bottom of page