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Immagine del redattoreDott.ssa Federica Bruno

Cognizione sociale e strutture psichiatriche, idea di intervento

Aggiornamento: 27 ott 2020

In attesa del nostro prossimo corso di formazione del 10 Novembre 2018 dal titolo “Rimedio Cognitivo e cognizione sociale: ambiti di intervento in riabilitazione psichiatrica”, propongo un breve articolo che funga da punto di riflessione per le attività da proporre nelle proprie strutture. Questo nasce dopo aver accolto le vostre risposte e interazioni allo scorso articolo/proposta (1). Come leggerete si tratta solo di un punto di partenza da arricchire con l’esperienza di ognuno di voi. È necessario apprendere modalità di intervento scientifico e dall’efficacia provata, per questo vi invito a tenervi sempre informati a riguardo e, perché no, a raggiungerci il 10 Novembre al nostro corso, dove la Dott.ssa Mazza, TeRP professionista nell’ambito della cognizione sociale ci mostrerà tecniche e strumenti efficaci in questo ambito.


Iniziamo brevemente nel definire la “cognizione sociale” come quei processi neurocognitivi che ci permettono di interagire con gli altri in modo idoneo (2). Si pensi al modo in cui percepiamo, elaboriamo e interpretiamo le informazioni sociali; alla nostra capacità di riconoscere le emozioni degli altri, di indovinare o interpretare i loro sentimenti, le loro convinzioni o le loro idee e di rispondere in modo appropriato (2). La cognizione sociale ci permette quindi di adattarci alle varie situazioni sociali e di vita in cui ci imbattiamo quotidianamente, e ci permette di farlo in modo corretto e adeguato.

Deficit in quest’area si riscontrano in autismo, schizofrenia, demenza frontotemporale, Alzheimer, Parkinson, depressione, disturbo bipolare, deficit di attenzione (2) e altre (vi invito a leggere l’articolo davvero interessante citato in nota!). Emerge quindi l’importanza e la necessità di conoscere questo ambito e di avere strumenti adeguati per intervenire in modo riabilitativo con gli utenti con cui ci vediamo impegnati quotidianamente.

Ecco allora una possibile attività da svolgere in gruppo o individuale, in struttura o a domicilio. Prevedere una seduta di scrittura creativa che veda gli utenti (il numero di partecipanti non è influente) invitati nell’inventare una storia a partire da un’immagine proposta dai terapisti. Preferibilmente si dovrà scegliere un’immagine che rappresenti una scena sociale tra due o più persone, in cui siano chiare le espressioni facciali e gli atteggiamenti. Potrebbe essere consegnato a ciascun utente un foglio bianco con l’immagine stampata e che preveda spazio per poter scrivere il racconto, il tutto a partire da un comando chiaro lasciato dagli operatori, come di seguito : A partire dall’immagine data prova a inventare una storia: i personaggi della foto si conoscono secondo te? Cosa stanno facendo? Sono in buoni rapporti o in cattivi rapporti?. A termine del tempo previsto per la scrittura, ciascun partecipante potrà leggere il proprio racconto e da qui si potrebbe far partire una discussione di gruppo.

Con la speranza di avere un confronto con tutti voi colleghi, provate questa attività e fateci sapere come vi siete trovati con questo approccio, potrete raccontarci la vostra esperienza via mail, su Fb ed in direct su Instagram.

Buon lavoro.


PRoMIND-Servizi per la Salute Mentale Srls

Dott.ssa Federica Bruno

Edit in novembre 2018


1) Federica Bruno, Perchè; non posso offrire quello che voglio, a chi voglio? , https://www.pro-mind.it/articolo.php?index=Y

2) Bertoux M. Cognizione sociale. EMC - Neurologia 2017;17(1):1-7 [Articolo I – 17-022-E-30]

https://www.researchgate.net/publication/313129048_Cognizione_sociale

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