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Immagine del redattoreDott.ssa Federica Bruno

Cognizione sociale e interventi riabilitativi

In vista della seconda edizione del corso di formazione dal titolo “Rimedio Cognitivo e cognizione sociale: ambiti di intervento in riabilitazione psichiatrica” prevista per il prossimo 21 Settembre 2019, volevamo proporvi un articolo che approfondisse l’importanza di un approccio multidimensionale ai disturbi psichiatrici che preveda l’implementazione di nuovi interventi di riabilitazione psichiatrica mirati alla cognizione sociale.


Negli ultimi anni infatti il tema della Cognizione Sociale (CS) come target dell’intervento clinico e riabilitativo dei disturbi psichiatrici ha assunto sempre maggior interesse nella comunità scientifica. Da quanto è emerso da molteplici studi, deficit della Cognizione Sociale sono stati riportati trasversalmente nei disturbi psichiatrici e sono associati a maggiore cronicità e severità del disturbo, incidendo sull'esito funzionale (1).

Per tali motivi stiamo assistendo alla diffusione di nuove tipologie di trattamento. Quanto ai trattamenti farmacologici, oltre all'utilizzo dei classici psicofarmaci, si sono di recente registrati risultati incoraggianti con farmaci non convenzionali: si è vista, infatti, una diminuzione dei sintomi positivi in pazienti affetti da psicosi ed un miglioramento in abilità di Teoria della Mente (ToM) e della percezione sociale con la somministrazione intranasale di ossitocina (2). Tuttavia, ad oggi, i risultati più soddisfacenti per il potenziamento delle abilità della cognizione sociale restano quelli ottenuti attraverso interventi psicologici e psicosociali (3).

Il concetto di cognizione sociale, anche detta intelligenza sociale, trae origine dall’ambito della psicologia sociale e fa riferimento all’insieme delle capacità che permettono ad un individuo di costruire rappresentazioni mentali dell’altro, delle relazioni esistenti fra sé stesso e gli altri, nonché di utilizzare tali rappresentazioni per agire in modo funzionale nel proprio ambiente sociale, permettendo così agli individui di una stessa specie di interagire tra loro. Di per sé, quindi, la cognizione sociale può essere considerata un costrutto complesso e tale costrutto sembra avere diverse peculiarità che vanno da un’emotività di base compromessa (difficoltà a leggere le proprie e le altrui emozioni), ad una incapacità cognitiva di afferrare i pensieri, le ragioni ed i motivi delle azioni dell’altro (difficoltà a leggere gli stati mentali altrui). Questo pare costituire un classico circolo vizioso: è nel non comprendere me stesso che non afferro la comprensione dell’altro e viceversa. Per maggiore chiarezza, prendiamo ad esempio un soggetto che vive una situazione di tensione emotiva molto forte che non è in grado di chiarire a sé stesso. Tale situazione emotiva potrebbe generare uno stato di allarme che, a sua volta, potrebbe far percepire un altro qualsiasi stimolo come minaccioso. In questa condizione, la capacità di comprendere l’altro è già totalmente preclusa. Proviamo ad immaginare lo stato di allerta che assumiamo quando qualcuno ci accarezza per farci il solletico: da quel momento in poi saremo per un po’ di tempo così attivati da percepire qualsiasi gesto dell’altro come solletico, che egli ci tocchi o meno. Ciò che rende l’esperienza del solletico poco allarmante è la possibilità di comprensione immediata della stessa. L’esperienza, infatti, è immediatamente inserita all’interno di un campo di significati condivisi. Viceversa, da un punto di vista psicologico, ciò che resta precluso al soggetto che soffre di un deficit nella cognizione sociale è la comprensione dello stato emotivo di tensione iniziale, cosa lo ha generato e come fargli fronte. Da questo punto di vista, il termine “cognizione” sociale non deve trarre in inganno: con esso si fa riferimento sia alle capacità cognitive del soggetto, che ad aspetti riguardanti la sua affettività di base. D’altronde, è sempre all’interno di uno stato emotivo che il soggetto è chiamato a comprendere e comprendersi cognitivamente ed è su questo ultimo punto che bisogna focalizzarsi per costituire interventi riabilitativi mirati alla cognizione sociale.

Per chi volesse approfondire gli argomenti trattati vi invitiamo a partecipare al corso del 21 Settembre 2019 presso la Sede ProMind.

Dott.ssa Annapaola Mazza

Per

PRoMIND- Servizi per la Salute Mentale Srls

Edit in Agosto 2019


Bibliografia

1 Hoertnagl CM1, Hofer A. Social cognition in serious mental illness Curr Opin Psychiatry. 2014 May;27(3):197-202.

2 Churchland PS, Winkielman P. Modulating social behavior with oxytocin: how does it work? What does it mean? Horm. Behav 2012; 61:392–399.

3 Kurtz MM, Richardson CL. Social cognitive training for schizophrenia: a meta-analytic investigation of controlled research. Schizophr Bull. 2012; 38:1092–1104.

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